Archivio mensile:giugno 2012

Le idee, le rivelazioni e tutto il resto …

Marina, di sei anni, stava litigando, si fa per dire, con il fratello di tre.
Marina affermava che Lio le avesse “rubato” una idea di un gioco.
Beh questo è quello che mi è venuto da dirle in quel momento:
Le idee sono come stelle cadenti, come comete, passano veloci sopra le teste di tutti e sono di tutti. Sono regali che ci fa il cielo. C’è chi è più bravo di altri a prenderle ma comunque una volte catturate non si possono trattenere, si devono condividere con tutti gli altri. Non te ne puoi appropriare perchè non sono tue.

Carlo Marx: Manoscritti economico-filosofici 1944

Quando ogn’uno s’ingegna di procurare all’altro un nuovo bisogno, per costringerlo a un nuovo sacrificio, per ridurlo a una nuova dipendenza e spingerlo a un nuovo modo di godimento e quindi di rovina economica. Ognuno cerca di creare al di sopra dell’altro una forza essenziale estranea per trovarvi la soddisfazione del proprio bisogno egoistico. Con la massa degli oggetti cresce quindi la sfera degli esseri estranei, ai quali l’uomo è soggiogato e ogni nuovo prodotto è un nuovo potenziamento del reciproco inganno e delle reciproche spogliazioni. L’uomo diventa tanto più povero come uomo, ha tanto più bisogno del denaro, per impadronirsi dell’essere ostile, e la potenza del suo denaro sta giusto in proporzione inversa alla massa di produzione; in altre parole, la sua miseria cresce nella misura in cui aumenta la potenza del denaro.
Perciò il bisogno del denaro è il vero bisogno prodotto dall’economia politica, il solo bisogno che essa produce. La quantità di denaro diventa sempre più il suo unico attributo di potenza: come il denaro ha ridotto ogni essere alla propria astrazione, così esso si riduce nel suo proprio movimento a mera quantità. La sua vera misura è di essere smisurato e smoderato. Così si presenta la cosa anche dal punto di vista soggettivo: in parte l’estensione dei prodotti e dei bisogni si fa schiava – schiava ingegnosa e sempre calcolatrice – di appetiti disumani, raffinati, innaturali e immaginari; la proprietà privata non sa fare del bisogno grossolano un bisogno umano; il suo idealismo è l’immaginazione, l’arbitrio, il capriccio.
Ogni prodotto è un’esca con cui si vuole attrarre a sé ciò che costituisce l’essenza dell’altro, il suo denaro; ogni bisogno reale o soltanto possibile è una debolezza che farà cascare la mosca nella pania – sfruttamento universale dell’essere sociale dell’uomo; allo stesso modo che ogni imperfezione dell’uomo è un vincolo che lo unisce al cielo, è il lato in cui il suo cuore è accessibile ai preti. Ogni necessità è un’occasione per presentarsi al proprio prossimo sotto le più allettanti spoglie e dirgli: caro amico, io ti do quel che ti è necessario, ma tu conosci la conditio sine qua non, tu sai con quale inchiostro devi scrivere l’impegno che assumi con me; nel momento stesso in cui ti procuro un godimento, ti scortico.

Carlo Marx

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